\\ Home Page : Storico : Universo Google (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Alex (del 11/05/2013 @ 10:06:35, in Universo Google, letto 2742 volte)
L'assente più discusso, dato per certo, rimandato di un paio di mesi!
...aggiornando questo articolo non appena arriveranno altre notizie interessanti oltre a queste prime anticipazioni e commentando su Twitter.com @microsmeta. Partecipate!!
Clicca per gallery sui preparativi dell'evento al Moscone Center
Software
Nuova messaggistica integrata Inizialmente chiamata Babel e rinominata Hangout. Una sessione del Google I|0 programmata per il secondo giorno di conferenza, dal titolo “Google Cloud Messaging” introdurrà tutte le risposte ai vari WhatApp e Facebook messenger e molto altro (sinergie con Google Now e Maps?) appoggiandosi alla nuvola virtuale di Google Drive.
Librerie grafiche OpenGL ES 3.0, più veloci e già supportate dal Samsung Galaxy S4 e dall’HTC One.
BLE (Bluetooth Low Energy) per la riduzione dei consumi col conseguente aumento dell’autonomia della batteria senza alcuna penalizzazione nella ricezione del segnale Bluetooth.
Google Glass - Le ultimissime novità software per gli occhiali interattivi di Google.
Hardware
Google Watch - Nessuna novità su un nuovo vociferato progetto hardware, sempre per anticipare Apple.
Ecco un bel concept di un ipotetico Google smartwatch
Ecco come potrebbe essere rispetto all'iPad Mini
Di Regina Mabailati (del 13/03/2013 @ 15:49:38, in Universo Google, letto 3239 volte)
Mi ha colpito molto, ascoltando l'ultima puntata di #digitalia "Io ascolto gente morta" venire a conoscenza dell'ultima trovata di Google: il cosiddetto Google Merchant Quality Algorithm. In pratica, un algoritmo del noto motore di ricerca che valuta, secondo i propri parametri, la qualità dei siti di e-commerce presenti nel suo indice, decidendo se essi siano ritenuti adatti ad occupare le prime posizioni nelle serp di ricerca.
Che dire? Si tratta di una logica conseguenza della politica che Google porta avanti da tempo, quella cioè di decidere ciò che è bene e ciò che è male mostrare ai propri utenti. Una cosa che, sulla carta, è assolutamente legittima. Però. Però chiunque dipenda da Google non solo per le ricerche sul web ma anche per questioni professionali, sa bene che Google è tutto tranne che completamente trasparente nella propria attività.
Algoritmi importanti quali Panda e Penguin, ad esempio, introdotti nel 2011 e nel 2012 con il compito di ripulire le serp dai siti spazzatura (e quindi dannosi per gli utenti) hanno in realtà colpito migliaia di siti incolpevoli. Ancor più incerta e precaria è la situazione di chi utilizza quello che è l'unico, vero e redditizio, sistema di remunerazione sul web, ossia Adsense.
Le linee guida di Adsense sono piuttosto chiare ma sono molti quelli che dichiarano di essere stati bannati ingiustamente. Fino a qualche tempo fa, non era possibile fare ricorso o chiedere chiarimenti. Oggi, perlomeno, prima di venire bannati si viene avvisati e invitati ad apporre gli opportuni cambiamenti.
Il problema è che dietro a un piccolo e-commerce, dietro ad un blog o un sito di informazioni che vive di Adsense, non ci sono più dei ragazzini dentro ad un garage, ma delle vere e proprie imprese, talvolta con dipendenti e strutture che possono venire spazzate via con un click.
E' giusto questo? Chiaramente no. Ovunque ci sia un monopolio si crea una distorsione nel sistema. I monopoli, in economia, vengono combattuti duramente. Purtroppo nel mondo di internet non funzionano sempre le regole di controllo e di sanzione delle storture del sistema. Pensate che l'Unione Europea si è appena pronunciata riguardo il presunto abuso di posizione dominante di Microsoft con il suo browser, Internet Explorer! Un argomento che era di attualità 3/4 anni fa. Ora si parla di Facebook, di Twitter, di Google Glasses, della lotta tra IE, Firefox e Chrome non se ne occupa più nessuno.
Oggi Google e Facebook hanno un monopolio difficilmente scalfibile. Se anche qualcuno inventasse un motore di ricerca migliore di Google da un punto di vista algoritmico non avrebbe la possibilità di farlo funzionare poichè servirebbero investimenti quasi miliardari per creare le strutture capaci di ospitare già solo i server che elaborano e archiviano le pagine web di tutto il mondo.
Idem dicasi per Facebook. Nascono ogni giorno migliaia di social network, ma nessuno sarà mai seguito quanto Facebook (o Twitter) poichè chi ci va non trova le persone che conosce. La gente è su Facebook e quindi è la che occorre essere se si vuole una vita social!
I monopoli, nel mondo di internet sono diversi da quelli del mondo reale. Ma gli effetti di questi monopoli hanno conseguenze reali nella vita delle persone. Occorre considerare nuove normative e, soprattutto, occorre una maggiore consapevolezza di come il mondo attuale funziona grazie al web.
Bisogna che le istituzioni europee comprendano che non serve far pagare multe milionarie a Microsoft per il suo Internet Explorer quanto imporre a tutti questi colossi di pagare le tasse nei paesi in cui realizzano profitti (e questo è il primo, e più importante, punto) e, in secondo luogo stimolare se non la concorrenza (che come abbiamo visto non è cosa semplice) quanto perlomeno la consapevolezza dei rischi che si corrono anche come semplici utenti e cittadini.
Per seguirmi su Twitter: @ReginaMabailati
Il mio blog: noApple
Algoritmi importanti quali Panda e Penguin, ad esempio, introdotti nel 2011 e nel 2012 con il compito di ripulire le serp dai siti spazzatura (e quindi dannosi per gli utenti) hanno in realtà colpito migliaia di siti incolpevoli. Ancor più incerta e precaria è la situazione di chi utilizza quello che è l'unico, vero e redditizio, sistema di remunerazione sul web, ossia Adsense.
Le linee guida di Adsense sono piuttosto chiare ma sono molti quelli che dichiarano di essere stati bannati ingiustamente. Fino a qualche tempo fa, non era possibile fare ricorso o chiedere chiarimenti. Oggi, perlomeno, prima di venire bannati si viene avvisati e invitati ad apporre gli opportuni cambiamenti.
Il problema è che dietro a un piccolo e-commerce, dietro ad un blog o un sito di informazioni che vive di Adsense, non ci sono più dei ragazzini dentro ad un garage, ma delle vere e proprie imprese, talvolta con dipendenti e strutture che possono venire spazzate via con un click.
E' giusto questo? Chiaramente no. Ovunque ci sia un monopolio si crea una distorsione nel sistema. I monopoli, in economia, vengono combattuti duramente. Purtroppo nel mondo di internet non funzionano sempre le regole di controllo e di sanzione delle storture del sistema. Pensate che l'Unione Europea si è appena pronunciata riguardo il presunto abuso di posizione dominante di Microsoft con il suo browser, Internet Explorer! Un argomento che era di attualità 3/4 anni fa. Ora si parla di Facebook, di Twitter, di Google Glasses, della lotta tra IE, Firefox e Chrome non se ne occupa più nessuno.
Oggi Google e Facebook hanno un monopolio difficilmente scalfibile. Se anche qualcuno inventasse un motore di ricerca migliore di Google da un punto di vista algoritmico non avrebbe la possibilità di farlo funzionare poichè servirebbero investimenti quasi miliardari per creare le strutture capaci di ospitare già solo i server che elaborano e archiviano le pagine web di tutto il mondo.
Idem dicasi per Facebook. Nascono ogni giorno migliaia di social network, ma nessuno sarà mai seguito quanto Facebook (o Twitter) poichè chi ci va non trova le persone che conosce. La gente è su Facebook e quindi è la che occorre essere se si vuole una vita social!
I monopoli, nel mondo di internet sono diversi da quelli del mondo reale. Ma gli effetti di questi monopoli hanno conseguenze reali nella vita delle persone. Occorre considerare nuove normative e, soprattutto, occorre una maggiore consapevolezza di come il mondo attuale funziona grazie al web.
Bisogna che le istituzioni europee comprendano che non serve far pagare multe milionarie a Microsoft per il suo Internet Explorer quanto imporre a tutti questi colossi di pagare le tasse nei paesi in cui realizzano profitti (e questo è il primo, e più importante, punto) e, in secondo luogo stimolare se non la concorrenza (che come abbiamo visto non è cosa semplice) quanto perlomeno la consapevolezza dei rischi che si corrono anche come semplici utenti e cittadini.
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