| N3TV, Babelgum, Joost, Zattoo, iTunes Movies , Amazon Unbox. Solo 2 anni fa la WebTV e la IPTV sembrava dovessero domare per sempre la sete dei telespettatori di tutto il mondo di programmi on demand svincolati dalla TV generalista tradizionale. Non è andata così! |
Chi si ricorda più dell'
interessante progetto di Tommaso Tessarolo, che con un gruppo di appassionati aveva messo su dal nulla
N3TV, una TV visibile solo su web che parlava di
tecnologia,
musica,
calcio e
politica usando un linguaggio chiaro e moderno ed un format arricchito da un'impaginazione grafica altamente tecnologica? Il suo talento, anche come aggregatore del popolo della rete, era così tanto evidente che fu ben presto
"riportato nei ranghi", assunto come direttore dei programmi di
Current TV Italia, sottratto alla sperimentazione su web e ricollocato in un ruolo "standard" in una TV visibile via satellite sul
canale 130 di Sky. E' vero che su web si trovano tanti video dei contributors che realizzano parte dei contenuti con cui viene imbastito il palinsesto, ma tutte le cose più interessanti, come questa
serie sui robot, è visibile solo se hai l'abbonamento a Sky, nè c'è la speranza di poterla un giorno vedere via web, semplicemente poichè non hanno i diritti per distribuirla in questo modo. Altro esempio:
Joost, piattaforma televisiva mondiale realizzata dagli
inventori di Kazaa e di Skype, avrebbe dovuto essere una rivoluzione e distribuire in tutto il mondo i programmi delle più importanti televisioni del Globo. Il client che ne consentiva una fruizione agevole anche ai neofiti, riproducendo video a tutto schermo, visibili da lontano e gestibili con un'interfaccia semplice ed intuitiva, è stato abbandonato presto per
mancanza di interesse e di coraggio nell'affrontare un innovativo business model da parte dei distributori mondiali di contenuti audiovisivi, trasformandosi di un semplice
plugin per i browser in Flash che lo ha ridimensionato ad uno dei tanti videoportali nati sulla scia di Youtube e dall'offerta neanche minimamente comparabile, in attesa di essere venduto al migliore offerente. Stessa sorte ha subito il suo competitor diretto
Babelgum. Non è andata meglio, per noi spettatori italiani, neanche con la svizzera
Zattoo che offre in tante altre nazioni un bouquet di canali televisivi (prevalentemente quelli già disponibili in chiaro via etere in ogni nazione). Non è mai riuscita a varcare le Alpi, per essere raggiungibile dall'italico stivale, sempre per problemi di distribuzione dei contenuti. Neanche
iTunes Movies di Apple ha potuto strappare accordi consistenti con i distributori al di fuori di USA, Canada, United Kingdom e Germania, nemmeno offrendoli blindati nella
AppleTV o nell'
iPhone. Al punto che
neanche per l'iPad sembra stia riuscendo a far apprezzare la sua vision a manager ottusi e per nulla lungimiranti, aprendo agli utenti tutto il panorama delle televisioni americane e case cinematografiche. Questo negli USA, figuriamoci quando si parlerà di localizzazione italiana!
Amazon, che pure è un concorrente aggressivo per l'iTunes Store americano, credo non abbia neanche mai pensato di distribuire film e serie tv nel nostro Paese. Ora anche il Gigante di Montain View sta pensando, da buon ultimo, a una set top box
GoogleTV basata su Android, da realizzarsi in partnership con Intel e Sony. Ma ormai sono pessimista, non credo che riuscirà ad offrire molto di più dei video di Youtube sullo schermo del TV LCD del salotto, come già fa, senza tanto clamore,
Boxee!