| Non è la prima volta che metto in discussione il mio reale interesse per Facebook ed in generale per gli altri social network, dove la tua partecipazione è limitata a brevi commenti ed addirittura rischia la censura dell'editore! |
Ci sono diversi aspetti che non mi convincono. Inizialmente i miei dubbi riguardavano
soprattutto la privacy. Ho provveduto a limitare l'accesso al mio profilo e ho bloccato quasi tutte le applicazioni di terzi che accedevano ai miei dati personali. Poi è uscita fuori (per poco) la notizia che tutti i miei contenuti appartenevano al social network. Fortunatamente hanno subito fatto un passo indietro, riconoscendo che era un'
idea assurda . Ora è scoppiato il nuovo
caso censura, ancora una volta riferito dal sempre attento
Guido Scorza. A che serve creare su Facebook gruppi per discutere di argomenti fondamentali come la
libertà d'espressione, se poi è lo stesso social network a disattendere le aspettative di chi lo anima?? Non sono quindi per niente d'accordo con chi afferma che il baricentro di internet si stia inesorabilmente spostando lì. Intanto, avere un blog personale dà molta più soddisfazione. Te lo scegli e configuri come ti pare, non sei vincolato da scelte aziendali che non puoi controllare neanche a livello estetico. E i contenuti che vuoi affrontare, come anche le
cause in cui credi li stabilisci liberamente, senza l'incubo che
dopo tanto lavoro ti chiudono il profilo senza neanche darti un preavviso! Certo, aderire a un social network è alla portata di tutti e quindi attira
masse sterminate di utenti, mentre aprirsi un blog implica qualche minima conoscenza d'informatica e richiede del tempo per aggiornarlo e seguirlo. Ma non credo che quest'ultimo
rischi l'estinzione. Anzi secondo me continueranno ad esserne aperti di nuovi e sempre più partecipativi e tecnologicamente all'avanguardia. Per seguire le discussioni in rete che ti interessano, funzionano benissimo i
feed RSS, non serve una confusionaria home (deprecata dal 90% degli iscritti,
semplicemente ignorati dall'editore) dove altri decidono quali interventi dei tuoi amici riportare e quali no, nè tantomeno servizi di microblogging come
Twitter da 140 caratteri o super-aggregatori da mille fonti, come
FriendFeed. La televisione e i giornali già ci impongono il loro punto di vista parziale. Internet una volta era terreno di libertà. Non vorrete finire tutti in un un recinto, solo apparentemente gratuito, dove siete
profilati e rivenduti a trance al mercato degli sponsor, facendo la fine di Fantozzi??