TV 2.0 - Un'analisi delle prospettive.
La diffusione della banda larga sta per dare
inizio ad una rivoluzione nel modo con cui guardiamo la televisione. Potremo finalmente disporre della TV on demand e costruirci noi il nostro palinsesto. Ma le webTV nascenti come Joost e BabelGum.com
avranno successo se riusciranno ad assicurarsi contenuti di qualità i cui finanziamenti potrebbero essere garantiti dal sempre maggiore interesse degli investitori pubblicitari per i nuovi media. Il modello economico inventato da Google sta diventando un importante riferimento per chiunque voglia promuovere un prodotto. In questo contesto, la Rai e la televisione generalista rischiano una notevole contrazione degli ascolti e dei conseguenti introiti pubblicitari, che potrebbero causare un'ulteriore diminuzione della presenza di trasmissioni culturali. La prospettiva di dover far fronte con la tv spazzatura dei reality show e delle becere trasmissioni nazional-popolari dove "contesse" e "pseudo -intellettuali" si rivolgono improperi solo per far crescere l'audience, al calato interesse da parte degli sponsor, indigna chi da sempre propone trasmissioni di qualità e crede che la tv generalista possa ancora offrire tanto e non sia destinata a soccombere alle nuove tecnologie.
Cercando nel forum del Ministero delle Comunicazioni ho trovato un lucidissimo
contributo di Piero Angela al dibattito sul nuovo contratto di servizio RAI 2007-2009. Vi consiglio vivamente di leggerlo! Ma la televisione, per mantenere il suo ruolo di media di riferimento, dovrà affiancare necessariamente alla programmazione tradizionale i nuovi canali di diffusione tramite web, rendendo disponibili i propri contenuti di qualità dopo la messa in onda . Molte trasmississioni, come appunto quelle realizzate da Piero ed Alberto Angela, già lo stanno facendo da tempo, ma l'iniziativa dovrà essere allargata a tutto il palinsesto. E questo non solo perchè questa clausola sarà inserita o meno nella versione definitiva del contratto di servizio, (una volta superate le resistenze di chi vorrebbe mantenere a tutti i costi lo status quo) , ma perchè una volta che saranno partite le piattaforme di video on demand con contenuti professionali disponibili in ogni momento, un adeguamento alle nuove tecnologie troppo tardivo potrebbe esserle fatale, relegando la TV generalista ad un ruolo di solo media d'intrattenimento popolare, invece che di catalizzatore di nuovi interessi e stimoli culturali, come era in passato, quando le trasmissioni interessanti non erano confinate dall'audience in terza e quarta serata!
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