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I pirati della Silicon Valley: ..ovvero quando Bill Gates e Steve Jobs erano veri hacker!
Di Alex (del 07/01/2009 @ 10:44:42, in Curiosità, letto 8549 volte)
Ieri, a casa di un mio amico, mentre parlavamo dell'assenza dei due leader carismaticiSteve Jobs e Bill Gates dal Macworld e dal CES 2009, abbiamo miracolosamente ritrovato una cassetta con il film I pirati della Silicon Valley del 1999, che vi consiglio assolutamente di vedere!
E' una biografia romanzata che parla della scalata al successo di un gruppo di ragazzi degli anni '70: Jobs e Gates, appunto, ma anche Ballmer e Steve Wozniak. Pur riconoscendone i meriti come fautori di una rivoluzione che dura da trent'anni, il ritratto che ne vien fuori non è dei più lusinghieri. Steve Jobs è un egocentrico dal carattere estremamente spigoloso. Si comporta malissimo con la compagna, dalla quale ha avuto Lisa, che non vuole riconoscere anche se è certa la paternità e tratta anche peggio collaboratori e colleghi, costringendoli oltretutto a tour de force incredibili. Bill Gates è uno stralunato sognatore, il cui merito principale è il fiuto per gli affari dato da una notevole capacità di individuare quello che è indispensabile ai propri clienti. Compra il DOS da una sconosciuta software house per 50.000 dollari e lo rivende all'IBM diventando rapidamente l'uomo più ricco del mondo. Copia l'interfaccia grafica della Apple e realizza Windows. Non da meno, Steve Jobs approfitta dell'incapacità degli ingessati dirigenti della Xerox di comprendere l'importanza di invenzioni come il mouse e l'interfaccia grafica e nel 1984 realizza il successo mondiale Macintosh. Steve Ballmer (ora capo assoluto Microsoft) trent'anni fa era esattamente come lo conosciamo oggi. Tutti loro hanno perso la loro verginità di veri hacker (leggi: geniacci un po' fuori di testa ed assetati di conoscenza ) nel momento in cui Jobs ha abbandonato il garage dove costruiva i primi computer che avrebbero dovuto cambiare il mondo e Bill Gates lasciava il suo sgangherato motel sede della prima Microsoft dopo aver strappato un contratto stellare all'IBM (30 dollari per ogni sistema operativo installato). L'unico dei protagonisti che da questa biografia risulta simpatico è Steve Wozniak, il co-fontatore di Apple, che dopo qualche anno la lascia per dedicarsi all' insegnamento dell'informatica ai bambini, in pieno disaccordo con la gestione cinica e spregiudicata di Jobs. Eppure, dopo trent'anni, il vero spirito hacker, in altri protagonisti di quei favolosi anni '70, non si è spento. I suoi valori sono inalterati nei fautori dell'open source come Richard Stallman, della condivisione gratuita del sapere, come Jimmy Wales di Wikipedia, del sistema operativo libero Linux realizzato da Linus Torvalds. Essi non rifiutano affatto il profitto ottenuto ad esempio con la vendita di servizi accessori, ma lo vedono soprattutto come mezzo per realizzare un bene da condividere, dando sempre a quest'ultimo la priorità.
...Se anche voi vi sentite veri hacker o volete convertirvici, ecco due link dove esaltare questo spirito con la vivacissima comunità italiana: Antonio Doldo Blog | Istituto Ettore Majorana del Prof. Cantaro